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Le missioni Dehoniane in Albania

Albania

Superficie: 28.748 Km²
Abitanti: 3.129.000 (Giugno 2002)
Densità: 109 ab/Km²
Forma di governo: Repubblica parlamentare
Capitale: Tirana (343.000 ab.)
Altre città: Durazzo 99.500 ab., Elbasan 87.800 ab., Scutari 82.500 ab., Valona 77.700 ab.
Gruppi etnici: Albanesi 98%, Greci 1,8%, Macedoni 0,1%, altri 0,1%
Paesi confinanti: Grecia a SUD, Serbia e Montenegro a NORD, Macedonia ad EST
Monti principali: Korab 2751 m, Jezercë 2694 m
Fiumi principali: Drin 285 Km (tratto albanese, totale 335 Km), Seman-Devoll 281 Km, Vjosa 272 Km (tratto albanese)
Laghi principali: Lago di Scutari 150 Km² (parte albanese, totale 368 Km²), Lago di Ocrida 120 Km² (parte albanese, totale 363 Km²)
Isole principali: Sazan 6 Km²
Clima: Mediterraneo - continentale
Lingua: Albanese Tosco (ufficiale), Albanese Ghego, Greco
Religione: Islamica, Ortodossa, Cattolica
Moneta: Lek albanese

 

Il Messaggio Di Padre Critani A Padre Bozza.

 

Ecco il testo dell'omelia del dehoniano padre Michele Critani in occasione del Trigesimo di padre Antonio Bozza al santuario del Santissimo Salvatore di Andria.

Un mese fa moriva padre Antonio Bozza. Era l’8 settembre, domenica, quando giungeva la notizia, che dopo l’intervento avvenuto in ospedale a Tirana, un infarto lo aveva stroncato. Ero con padre Ciro all’aeroporto di Fiumicino in partenza per un seminario di studi in Belgio su tre opere scritte da padre Dehon. Nel settembre del 2000, nei primi giorni del mese, avevo accompagnato con il Ducato padre Antonio Bozza e padre Pasquale Nalli in Albania: una partenza, la loro, coraggiosa e significativa!

Dopo di che ho sempre rivisto padre Antonio nelle sue visite fugaci nelle comunità dehoniane e nella sua terra d’origine. Era un sacerdote desideroso di conoscere questo popolo in terra d’Albania, una piccola Nazione uscita da appena un decennio dalla dittatura atea, che aveva soffocato nel sangue ogni diritto alla libertà religiosa e calpestato ogni dignità e rispetto dell’uomo.

Per questo suo legame con la gente povera nei villaggi di periferia, che scendeva dalle montagne, lui partiva dalla città di Scutari, dove risiedeva, per aiutarli sia a livello materiale che  spirituale. Ebbene, questo suo modo di vivere le loro precarie situazioni, mi ha spinto ad andare laggiù ogni tanto, per vivere al suo fianco e capire il dramma di quelle popolazioni, essendo anche io di origini italo-albanesi, amico intimo e compaesano dell’altro missionario, padre Michele Bulmetti, morto anche lui in Albania, a Gurez, nel 1999.

Padre Antonio, un uomo che aveva studiato la lingua albanese, che leggeva ogni giorno i giornali albanesi, mi ha insegnato a pregare in albanese sia al mattino con le lodi, sia alla sera con i vespri dopo l’adorazione, caratteristica di noi padri dehoniani, e soprattutto con mia grande sorpresa, si è messo d’ impegno, con severità e gioia grande, a insegnarmi a celebrare la Messa. Provai una grande emozione nel ricordo dei tanti sacerdoti rinchiusi nei campi di concentramento, senza possibilità di celebrare!

Era benvoluto da tutti, soprattutto dalle gente umile, dalle suore di diversi istituti che aiutava con tanta dedizione, era stimato dall’arcivescovo di Scutari, monsignor Massafra, francescano, e dal clero della città.

Quando rientrava in Italia per chiedere aiuti, rivedere i confratelli, i suoi cari e riposare un pò, era ben accolto da noi tutti e dalle tante persone a lui affezionate, in particolare dal fratello don Pio, sempre generoso nella sua meravigliosa costiera amalfitana, nella cittadina di Praiano, suo paese natio.

Tu, caro padre Antonio, in questi 19 anni di apostolato in terra albanese, hai formato tante famiglie, hai aiutato tante famiglie disgregate dalla miseria, hai dato fiducia e speranza a tanti giovani che sono cresciuti all’ombra della parrocchia a Boric, hai istillato nel loro cuore pace e amore nello spirito di amore e di riparazione seguendo gli insegnamenti del nostro fondatore padre Leone Dehon. Ora, come allora, quando arrivasti nella terra delle aquile, continueranno la tua missione altri due sacerdoti dehoniani, padre Gianni, nostro confratello e padre Jarek, polacco, la Provvidenza ha voluto innestare nel loro cuore generoso la vocazione missionaria.

Anche io, mio caro Antonio, come sempre ho fatto quando venivo a trovarti, spalancandoti le braccia, ti prometto che continuerò ad aiutare questi fratelli, queste sorelle non solo con la preghiera ma anche con opere di bene, al servizio dei più poveri.

Il Signore, Padre di tutti, sia la tua ricompensa quale servo fedele ala sua divina Volontà.

E anche tu intercedi per noi presso il trono dell’Altissimo!

 

 

 

 

 

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