Gesù il volto di Dio

Noi Sacerdoti del Cuore di Gesù

Il nostro fondatore p. Leone Giovanni Dehon sin dall’inizio nutriva una devozione straordinariamente viva e personale verso il Cuore di Gesù.

La devozione al S. Cuore mi è venuta da mia madre. Ella mi ha insegnato a pregarlo, a offrirgli piccoli sacrifici per consolarlo delle bestemmie dei cattivi.

Si legge nel suo diario: Volevo essere religioso. Provavo una forte attrattiva per una congregazione ideale di amore e di riparazione al Cuore di Gesù. Non potevo abbandonare le opere di S. Quintino. Per cui mi domandavo se Nostro Signore non voleva che fondassi io stesso l’Opera del S. Cuore a S. Quintino.

Nel 1878 nasce la nuova congregazione che all’inizio si chiamerà Oblati del Cuore di Gesù. Denominazione molto cara al p. Dehon perché esprimeva perfettamente la sua spiritualità: oblati cioè offerti e consacrati al Cuore di Gesù. Ma a partire dal 1884 la sigla ufficiale diventò; Sacerdoti del Cuore di Gesù. (S.C.J. ossia Sacedotes Cordis Jesu).

Dal diario di p. Dehon:

Ma che cosa è il Sacro Cuore? non è forse l’amore di Dio, l’amore della Santissima Trinità che porta a decidere l’incarnazione? non è questo amore di Dio unito all’amore di Gesù uomo? Amore di Gesù che prega, soffre, accetta la morte. Amore che continua a intercedere per noi in cielo, che continua a immolarsi per noi sugli altari. Questo amore noi lo vediamo simboleggiato nel cuore, nel cuore umano di Cristo. Questo è il Sacro Cuore: l’amore di Cristo-Uomo, l’amore di Cristo-Dio, l’amore della Santissima Trinità per noi. Noi vogliamo lodare questo Cuore di Dio con la nostra intelligenza, amarlo con piena volontà, servirlo con tutte le nostre forze, procurando a lui consolazione, offrendo a lui riparazione. Consolazione per le offese che riceve e che non lo lasciano indifferente, riparazione per i peccati. Riparazione del peccato che allontana da Dio, consolazione che avvicina a Cristo riparatore e redentore.

Consolare Gesù, consolare Dio! Perchè no? Gesù-Dio non fece della commedia quando si rivolse a santa Margherita Maria Alacoque e la invitò a compensarlo delle ingiurie e delle bestemmie che riceveva dagli uomini. Non fece della retorica quando ci narrò la parabola del figliol prodigo in cui dipinse la gioia del Divin Padre nell’accogliere il pentito che tornava. E’ Gesù che stabilì il principio che si fa più festa in cielo per un peccatore pentito che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza. Forse che Gesù recitò una parte, quando permise a Giuda di andare a compiere il suo tradimento? La sua angoscia impressionò gli Apostoli e uno, Giovanni, per riparare il gesto di Giuda, per addolcire la sofferenza del Maestro, per dargli quella consolazione che un cuore d’amico gli poteva dare, reclinò il capo sul petto di Gesù. Gesù comprese, lasciò fare e approvò il gesto che rimase scolpito in tutti, tanto da riferire in seguito il gesto e chiamare Giovanni il discepolo che Gesù amava, il discepolo che aveva posato il capo sul Cuore di Gesù.

Ecco, questo ho voluto essere io. Questo ho voluto fare. Questo è l’episodio che in tutta la devozione al Cuore di Gesù mi ha più cattivato ed entusiasmato. Si, io conosco le promesse che il Sacro Cuore di Gesù ha fatto ai devoti del suo Cuore. Conosco la grande promessa dei primi nove venerdì del mese; ma a me ha interessato Gesù, non le promesse di Gesù. Gesù per quello che è, non per quello che dà. Questo ho voluto insegnare ai miei Oblati. Questo ho voluto vivere io. Io, rimasto per lungo tempo solo. Le opere sarebbero venute dopo, di conseguenza. Nelle missioni all’estero, nel ministero in patria, con gli umili, i poveri, gli operai, gli studenti: con la parola, con la stampa, con tutti i mezzi capaci di amare Dio e di farlo amare. L’avermi Dio guidato per l’opera del Sacro Cuore, nella forma e nelle condizioni in cui mi trovavo, significa che l’animo, lo spirito è uno e quest’animo e questo spirito devono essere portati ovunque Lui chiedesse. Per intanto a me chiedeva un collegio per studenti, un patronato per gli operai, un giornale cristiano, la direzione spirituale di anime elette. In tutto e in tutti io cercavo di portare il Cuore di Gesù. O Gesù, tu mi chiami a te; tu sembri aver bisogno di me; eppure in me solo la mia miseria può attirarti perché vuoi esercitare la tua misericordia. Vieni tu, che io oso chiamare mio celeste Amico. Vieni, e metti nel mio cuore tanto amore, che tu possa trovare in esso gioia e consolazione. Ogni amico del Sacro Cuore deve riprodurre questo divin Cuore in un modo speciale e diverso secondo l’attrattiva e il grado della grazia che gli è stata data. In tutti, però, deve vivere il Sacro Cuore, questo Cuore che sempre ama e sempre si immola; questo Cuore che dimentica sempre se stesso e non si stanca mai di donarsi; questo Cuore che pur essendo un cuore d’uomo è anche il cuore di un Dio; questo Cuore che non ha cessato mai di offrirsi e di consacrarsi per noi e a noi, e che è il primo, il più bello e il più grande di tutti i cuori di oblati e di vittime d’amore.

Rinnovo la consacrazione di tutto il mio essere e di tutta la mia vita al Sacro Cuore di Gesù.

Ti amo, o mio dolce Maestro; questa parola di dice tutto. Ecce venio. Sono tuo. Dio ha decretato che tutte le grazie, quelle dell’Eucarestia e del Sacro Cuore come tutte le altre, ci vengono da Maria. Santa Margherita giunse al Sacro Cuore per mezzo di Maria, e spesso negli scritti la Santa c’invita a seguire la medesima strada. Raccomanda soprattutto tre cose: l’offerta di noi stessi a Maria; l’unione alla Santa Vergine nei nostri esercizi di pietà, e il rosario. O Maria, Madre mia dilettissima, io mi consacro a te per sempre. Prendimi sotto la tua protezione. Presentami al tuo Figlio divino e domandagli per me la grazia di amare Lui e te con un amore ardente e fedele.

La Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù

La principale devozione al Cuore di Gesù è la consacrazione personale. Tra gli atti che sono propri del culto al Cuore Sacratissimo di Gesù, emerge la Consacrazione, con la quale offriamo al Cuore Divino di Gesù noi e tutte le nostre cose, riferendole all'eterna carità di Dio, da cui le abbiamo ricevute (Enciclica Miserentissimus Redemptor di Pio XI).

Anche Leone XIII aveva già proposto la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù nell'Enciclica Annum Sacrum del 25 maggio 1899: Questa universale e solenne testimonianza di onore e di pietà è pienamente dovuta a Gesù Cristo proprio perché re e signore di tutte le cose. Consacrandoci infatti a lui, non solo riconosciamo e accettiamo apertamente e con gioia il suo dominio, ma coi fatti affermiamo che, se quel che offriamo fosse veramente nostro, glielo offriremmo lo stesso di tutto cuore. In più lo preghiamo che non gli di-spiaccia di ricevere da noi ciò che, in realtà, è pienamente suo. Poiché il Sacro Cuore è il simbolo e l'immagine trasparente dell'inifinita carità di Gesù Cristo, che ci sprona a rendergli amore per amore, è quanto mai conveniente consacrarsi al suo augustissimo Cuore, che non significa altro che donarsi e unirsi a Gesù Cristo. Ogni atto di onore, di omaggio e di pietà infatti tributati al divin Cuore, in realtà è rivolto allo stesso Cristo.

 

Il S. Cuore di Gesù

(p. Leone Giovanni Dehon) 

da L'anno con il S. Cuore 

 

LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE HA UN DOPPIO OGGETTO:
IL CUORE CARNALE DEL SALVATORE ED IL SUO AMORE PER NOI

23Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. 25Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». (Gv 13,23-25)

1° Riflessione. S. Giovanni posa il capo sul Cuore di Gesù, perchè vi sente palpitare l’amore del Salvatore.
2° Riflessione. Questo organo così unito coi battiti all’amore del Salvatore merita evidentemente un onora particolare.

 

1° Punto:  L’oggetto della devozione al Sacro Cuore: il Cuore di carne di nostro Signore e l’amore del Salvatore per noi.
Questo risulta prima dalle rivelazioni di Santa Margherita Maria. E' ben il suo cuore di carne che Gesù le mostra incessantemente, ma chiamando sempre anche l’attenzione sul suo amore: « Ecco quel cuore che ha tanto amatogli uomini... ». Vi sono quindi in questa devozione; un elemento sensibile, il cuore di carne; un elemento spirituale che viene chiamato e rappresentato da questo cuore di carne. E i due elementi non ne formano che uno, come non formano che una cosa sola, il segno e la cosa significata.
Gli autori dicono ordinariamente che vi sono due oggetti nella devozione: uno principaIe che li conduce all’amore; l’altro secondario che è il cuore, ed è vero. Questi due elementi sono essenziali. Essi sono uniti, come nell’uomo sono uniti il corpo e l’anima. Santa Margherita non ci rappresenta mai l’uno senza dell’altro: sempre il « cuore amabilissimo ed amantissimo di Gesù che essa vede e che propone alla nostra adorazione « (R. P. Bainvel).

2° Punto: L’amore  del Figlio di Dio è l’oggetto principale di questo culto.  Quello che i teologi esprimono molto eloquentemente intorno a questa devozione. Il Padre Croiset comincia così la sua opera sulla devozione al Sacro Cuore: « L’oggetto particolare di questa devozione è l’amore immenso del Figlio di Dio, che l’ha portato ad offrirsi per noi alla morte e a darsi tutto nel Santissimo Sacramento dell’altare ». E dopo qualche spiegazione: « E’ facile capire che l’oggetto ed il motivo principale di questa devozione è l’amore immenso che Gesù Cristo ha per gli uomini, i quali non hanno in gran parte per lui che disprezzo o indifferenza».
Il Padre de Gallifet, a coloro i quali pretendevano che la nuova festa non si distinguesse affatto dalle altre feste del Salvatore, come la Passione, il Corpus Domini, ecc...rispondeva: « L’oggetto immediato di queste feste non è precisamente l’amore di Gesù Cristo, mentre invece in quella del Cuor di Gesù, l’amore di cui arde questo Cuore sacratissimo è l’oggetto immediato della festa, in unione al suo Cuore; in modo che si può veramente dire che l’amore di Cristo verso gli uomini è propriamente e immediatamente rappresentato in questa festa». E più tardi diceva: « Nessuno può esaminare con un poco d’attenzione la natura di questa festa senza veder subito che sotto il nome cd il titolo del Cuor di Gesù si tratta in realtà della festa dell’amor di Gesù, poichè è questa l’essenza del Cuor di Gesù ».
I documenti ufficiali dicono la stessa cosa:
« Sotto l’immagine simbolica del cuore, dice il decreto di Pio VI, noi meditiamo e veneriamo l’immensa carità e l’amore liberale del divin Redentore » . L’orazione della festa ci invita anche a meditare i principali benefici dell’amore divino.
Quanto tale dottrina illustra bene questa devozione! E’ la devozione dell’amore, della carità di Cristo.

3° Punto: Il cuore di carne è il simbolo dell’amore, ed è così strettamente unito alla facoltà d’amare, che ci dà l’illusione di prenderlo per l’organo stesso dell’amore. E’ positivo che il cuore di carne sia il simbolo dell’amore; è perciò l’uso generale di prenderlo per il simbolo dell’affetto, della tenerezza, dell’amore. Non diciamo: » Vi dono il mio cuore » per dire, io vi prometto il mio affetto?
Ma perchè il linguaggio umano ha adottato quest’espressione simbolica? E’ perchè il cuore è intimamente legato ai movimenti dell’affetto. Quando noi amiamo vivamente, il cuore batte più forte sotto la pressione di un sangue più caldo e più vivo. Il cuore si comporta come se fosse l’organo dell’affetto. Egli non ne è l’organo principale, ci dice la scienza; e, sia! ma egli è abbastanza legato a tutti i movimenti tanto che il linguaggio umano ha potuto prendere istintivamente il suo nome per designare l’organo dell’amore.
Onorando il Sacro Cuore dì Gesù, noi onoriamo dunque principalmente l’amore del Figlio di Dio e secondariamente il cuore di carne che è così intimamente unito a quest’amore, deve esserne chiamato famigliarmente l’organo ed il simbolo.
Quando san Giovanni vuol unirsi all’amore di Gesù che gesto fa? Appoggia il capo su questo cuore che batte per lui d’un amore così tenero e così forte.
Quant’è mai grande la nobiltà di questo cuore di carne che è stato unito con tutti i suoi palpiti, agli affetti, alle gioie, alle sofferenze dell’Uomo -Dio!

Proposito. La mia natura che è mista,si applica più facilmente ad un oggetto che è misto come lei. Io comprenderà meglio l’amore dei Salvatore considerandolo nel suo Cuore di carne.
Grazie, o Gesù, di avermi rivelato questa devozione così tenera; mi ci voglio applicare vivendo in unione al vostro divin Cuore.

 


L’ESTENSIONE DEL CUOR DI GESU’

        1 Se dunque c'è qualche consolazione in Cristo, se c'è qualche conforto, frutto della carità, se c'è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, 2rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. 3Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. 4Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri. 5Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù (Fil 2,2-5)
   
1° Riflessione. S. Paolo ci dà come modello le profondità del cuore di Gesù umiltà, carità, regalità, tutto questo appunto è il Sacro Cuore.
2° Riflessione. Signore, datemi la grazia di comprendere la vostra interiorità, cioè il vostro Cuore sacratissimo.

1° Punto: Nella  lingua religiosa, per Sacro Cuore s’intende tutta l'interiorità di Gesù. Nostro Signore stesso ce ne ha autorizzati: non ha egli detto: « Imparate da me che sono mite ed umile di cuore » ? E qui non si tratta del cuore propriamente detto, ma della sua anima, della sua interiorità, delle sue virtù. E’ il linguaggio di santa Margherita Maria e degli interpreti, il beato de la Colombière e il padre Gallifet. Sotto il nome di Sacro Cuore, la santa ci presenta con tutte le virtù, tutti gli atti della vita interiore di nostro Signore.
Il padre Gallifet (libro 1°, capo 4°) dice: «Molti sbagliano, e sentendo questo nome sacro, il Cuor di Gesù, limitano i pensieri al cuore materiale di Gesù Cristo. Ma come differente l’idea che bisogna avere, e come più altamente magnifica! Bisogna considerare questo cuore come unito intimamente all’anima ed alla persona di Gesù Cristo pieno vita, di sentimento e d’intelligenza; come il più nobile ed il principale organo degli affetti sensibili di Gesù Cristo, amore, zelo, obbedienza, desideri, dolori, gioie, tristezze; come la sede di questi stessi affetti e di tutte le virtù dell’Uomo Dio... ». Il beato de la. Colombière dice: « L’offerta al Sacro Cuore si fa per onorare il suo clivin Cuore, la sede di tutte le virtù, la sorgente di tutte le benedizioni e il rifugio di tutte le anime sante...»
Le litanie del Sacro Cuore enumerano così tutte le ricchezze nascoste nell’umanità santa di nostro Signore nella vita terrena, nella Passione, nell’Eucaristia ed anche in cielo.
2° Punto: Perchè è così?  Prima perchè nel linguaggio ordinario si prende sovente il cuore per tutta l’anima: poi perchè Gesù è tutto amore, perchè il suo amore per il Padre e per noi ne animava tutta la vita, ne dirigeva tutte le azioni. E’ il pensiero di sant’Agostino, di san Tommaso, di Bossuet. Perchè i dolori di Gesù? Perchè ha amato. Che cosa sono i miracoli? Sono effetti dell’amore e della bontà di lui.
D’altra parte il linguaggio solito è basato sopra realtà profonde, quando unisce al cuore tutta la vita morale ed affettiva dell’uomo: le virtù come i sentimenti, i principi d’azione ed i motivi interiori. E’ che il cuore è l’eco di tutta la vita affettiva, ed è impressionato da tutte le nostre disposizioni morali.
E’ dunque un’estensione legittima e naturale quella che concepisce la devozione al Sacro Cuore, e che va al cuore reale vivente di Gesù per onorarvi tutto ciò che è, tutto ciò che fa, tutto ciò che gli ricorda e rappresenta allo spirito. Così la devozione al Sacro Cuore non è più solamente la devozione all’amore del cuore di Gesù, ma diventa la devozione a tutto ciò che di più profondo c'è nel Salvatore, in quanto che questo intimo ha nel cuore vivente un’eco, un centro di risonanza, un simbolo o un segno di richiamo (Bainvel)..
3° Punto: Per estensione, il Sacro Cuore è anche tutta la persona di Gesù. Nella lingua corrente la parola cuore è di solito usata (secondo una figura che i grammatici hanno chiamata sineddoche) per designare la persona. Si dice: è un gran cuore, è un buon cuore. Ciò avviene naturalmente nella devozione al Sacro Cuore, e santa Margherita Maria dice: Questo Sacro Cuore, come dicesse: Gesù. Quest’uso è divenuto comune. Bisogna tuttavia notare che allora si considera specialmente la persona di Gesù nella vita affettiva, nella vita intima, nei principi di condotta.
Inteso così, il Sacro Cuore mi richiama, Gesù in tutta la vita affettiva e morale, Gesù intimo, Gesù amantissimo ed amabilissimo, Gesù modello di tutte le virtù, in modo che tutta la vita di nostro Signore può così concentrarsi nel suo cuore. Sotto lo stesso senso, una statua del Sacro Cuore è una statua in cui Gesù, mostrandocene il Cuore, ce ne rappresenta la vita intima, l’amore, e sopratutto le amabilità.
Grazie a quest’estensione, noi possiamo descrivere la devozione al Sacro Cuore come la devozione a Gesù che si mostra a noi, o ci mostra il cuore nella vita intima e nei sentimenti i più personali, i quali non dicono del resto che amore ed amabilità. Gesù che ci rivela l'intimo di se stesso dicendoci:« Ecco quel Cuore» (P. Bainvel).

Proposito. Oh! l’ammirabile devozione, che richiama la mia attenzione soprattutto sull’intimo di Gesù, e specialmente sul’amore, sul principio e l’anima di tutti i misteri! E’ la spiegazione del regolamento di vita tracciato da san Paolo: Formate in voi i sentimenti di Gesù: Hoc sentite in vobis quod est in Christo Jesu. Colloquio col Sacro Cuore.

 


OGGETTO PRECISO DI QUESTA DEVOZIONE
IL CUORE CHE AMA GLI UOMINI

1 Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.  (Ef 5, 1-2)

1 Riflessione. Gesù ci ha amati con amor divino ed umano ad un tempo, e si è offerto per noi.
2° Riflessione. E' il vostro ammirabile amore, Signore, che io voglio sopratutto onorare nel simbolo del vostro Cuore.

1° Punto: È sopratutto l’amore per gli uomini che noi onoriamo nel Cuor di Gesù. L’amore che noi onoriamo in questo culto è  sopratutto l’amore di Gesù per gli uomini, l’amore che domanda una reciprocità d’amore. Chi meglio di Gesù Cristo stesso ci può istruire? Ora che cosa ha egli detto a Santa Margherita Maria? Dalla prima grande rivelazione, il 27 dicembre 1673, alla festa di san Giovanni egli le mostra il Cuore sopra un trono con la corona di spine e la croce, e le dice che questi strumenti della Passione significano l’amore immenso che Egli ha manifestato per gli uomini, e per i quali egli domanda un amore reciproco.
Alla seconda grande rivelazione, nel primo venerdì di giugno 1674, nostro Signore scopre alla serva «le meraviglie inesplicabili del suo puro amore, e fino a qual eccesso quest’amore lo aveva portato ad amare gli uomini, dai quali non riceverebbe che ingratitudini e misconoscenze... ».
Finalmente alla terza grande rivelazione, durante l’ottava del Santissimo Sacramento nel 1675, nostro Signore dà la formula definitiva di questa devozione: « Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini, che nulla ha risparmiato, fino ad ardere ed a consumarsi per testimoniare loro il suo amore, e che non riceve in compenso dalla maggior parte di loro che ingratitudini e disprezzi... . Niente di più chiaro, nostro Signore voleva soprattutto richiamarci il suo amore per noi e domandarcene un po’ in contraccambio.
2° Punto: Questo è anche, per estensione, il suo amore per Dio.  L’amore di Gesù per gli uomini non va distinto dall’amore per il divin Padre; anzi ne è tutto penetrato, in lui trova la sorgente, ha in lui la ragione d’essere, e Gesù sa il grande comandamento: Tu amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore... » ed il secondo comandamento che è simile al primo: « Amerai il prossimo come te stesso», per amor di Dio.
Egli richiama la nostra attenzione sul suo amore per noi, ma spontaneamente noi estendiamo la contemplazione a tutto il suo cuore, a tutto il suo intimo, a tutte le sue virtù, e i sentimenti i più elevati che noi vi rincontriamo sono per il Padre. « La principale virtù che si suole onorare nel Cuor di Gesù, dice il beato Claudio de la Colombière, in primo luogo è un ardentissimo amore verso Dio suo Padre». Il padre Croiset e il padre de Gallifet non parlano diversamente. La devozione al Cuor di Gesù è, nel suo oggetto diretto ed immediato, la devozione al Cuor di Gesù ardente d’amore per noi; ma essa è anche per un’estensione legittima e naturale, la devozione al Sacro Cuore di Gesù in tutta la vita intima, nelle virtù e particolarmente nell’amore verso Dio.
Mentre l’emblema d’amore è il suo amore per noi che Gesù ci rivela scoprendoci il sue cuore, egli ci invita indirettamente a contemplare il divin Cuore in tutta la vita intima e in tutte le virtù, di cui la prima è l’amore per il Padre..
3° Punto: E’ il suo amore creato più che il suo amore increato.  Nella devozione al Sacro Cuore qual’è l’amore di Gesù che bisogna onorare, l’amore creato o l’amore increato? L’amore di cui egli ci ama come uomo nella sua natura umana, o quello di cui ci ama come Dio nella sua natura divina, e per ripetere un’espressione chiara e breve, quello che creò Lazzaro, o quello che pianse su Lazzaro? (P. Bainvel).
Senza dubbio l’oggetto preciso e formale della nostra devozione è il Cuore umano di Gesù animato dall’amore divino ed umano. E’  il Cuore del Verbo incarnato, il quale ha tanto amato gli uomini; è l’immenso amore del Verbo incarnato, che si manifesta in tutta la vita, nella morte, nel Santissimo Sacramento. Così parlano quelli che ricevettero la missione di propagare questa devozione: il beato de la Colombière, il padre Croiset, il padre Gallifet.
Ma avvenne, ed era naturale, il facile passaggio alla considerazione dell’amore puramente divino, che ha portato il Verbo di Dio a crearci, a conservarci e sopratutto a prendere un corpo mortale per salvarci. Questa non è strettamente la devozione al Sacro Cuore, ne è una conseguenza. Essendo divenuti più amanti per il Cuore del Verbo incarnato, noi diventiamo anche più riconoscenti per il Verbo divino che ha voluto prendere un corpo umano per offrirlo vittima per noi.


Proposito.  Più la mia vocazione si rischiara, più amo il Cuor di Gesù. Lo conosco meglio, lo medito più facilmente: voglio vivere e morire in questo Cuore che è vissuto per mio amore; voglio unirmi a lui sempre più fedelmente al principio d’ogni mia azione.
Colloquio col Sacro Cuore.

 

L’ATTO PROPRIO DELLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE E’ L’AMORE DI NOSTRO SIGNORE.


7Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. 8Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. (1Gv 4, 7-9)

1° Riflessione. Dio ci ha manifestato l’amore inviandoci il Figliuolo, il quale ha dato la vita per noi.
2° Riflessione. L’amore chiama l’amore, l’amore sconosciuto chiama l’amore riparatore.

 

1° PUNTO: La manifestazione del Sacro Cuore a S. Margherita Maria è la manifestazione dei suo amore.  Quando Gesù mostrava a S. Margherita Maria il Cuore appassionato d’amore per gli uomini ed incapace di contenere più a lungo le fiamme che lo divoravano, che altro voleva se non attirare la nostra attenzione sopra questo amore, condurci a rendergli omaggio, invitarci ad attingere in questo cuore infinitamente ricco? (Bainvel).
Dicendoci che egli prova una gioia particolare nel vedersi onorato sotto la figura del suo cuore di carne, che scopo avrà, se non quello di chiederci d’onorare il suo amore rispondendovi col rendergli amore per amore? La manifestazione del Sacro Cuore a S. Margherita Maria è la manifestazione dell’amore.
La devozione al Sacro Cuore ci porta dunque secondo la parola di Pio VI a venerare l’immensa carità e l’amore prodigo (effusum) di nostro Signore, accendendo il nostro amore a questo focolaio d’amore.
Santa Margherita Maria, riassumendo queste visioni, scriveva al padre Croiset: « Mi ha mostrato un Cuore sempre pronto, gettante fiamme da ogni parte, con queste parole: So tu sapessi quanto desidero di farmi amare dagli uomini, non trascureresti nulla per questo... Io ho sete, io ardo d’essere amato».
2° Punto: L’amore chiama l’amore.  Il fine della nuova devozione, diceva il postulatore del 1697, è di pagare un tributo d’amore alla sorgente stessa dell’amore. Ed il padre Gallifet, il postulatore del 1727, diceva: Il primo fine che si ha in vista è quello di rispondere all’amore di Cristo. Ed il padre Croiset: Questo non è propriamente che un esercizio d’amore; l’amore ne è l’oggetto, l’amore ne è il motivo principale, ed è l’amore che ne deve essere il fine.
Così l’intende la Chiesa, dicendo nella segreta della messa Egredimini: "Noi vi supplichiamo, Signore, che lo Spirito Santo ci infiammi dell’amore che nostro Signore Gesù Cristo ha fatto scaturire dal suo Cuore sulla terra, e di cui ha voluto ch’essa s’inebri".
Quando Pio IX, nel 1856, estendeva la festa del Sacro Cuore alla Chiesa intiera era allo scopo di «Fornire ai fedeli stimoli ad amare ed a pagare d’amore il Cuore di Colui che ci ha amati e lavati dei peccati nel suo sangue». Elevava la festa ad un rito superiore, «perchè la devozione d’amore al Cuor del nostro Redentore si propaghi sempre più, e discenda più ancora nel cuore dei fedeli, e cosi la carità che presso molti si è raffreddata, si rianimi al fuoco del divin amore».
Leone XIII ha ripetuto gli stessi insegnamenti nella enciclica del 28 giugno 1887, scrivendo: «Gesù non ha desiderio più ardente che di veder accendersi nelle anime l’amore di cui il suo Cuore è divorato. Andiamo dunque a colui che non ci domanda come prezzo della sua carità che la reciprocità dell’amore».
Niente di più chiaro: l’atto proprio della devozione al Sacro Cuore è l’amore.
3° Punto: L’amore misconosciuto chiama l’amore riparatore. La devozione aI Sacro Cuore, essendo un riflesso d’amore all’amore misconosciuto ed oltraggiato, si presenta naturalmente come un amore riparatore. Così tutti i documenti autorizzati ci parlano contemporaneamente della riparazione e dell’amore.
L’amore di Gesù, quale si è mostrato a S. Margherita Maria, è specialmente l’amore misconosciuto ed oltraggiato, ed è ciò che dà la sua importanza all’atto di riparazione nel culto del Sacro Cuore.
S. Giovanni Eudes non ha dimenticato la riparazione, ma l’ha lasciata al secondo posto; egli è tutto assorbito dall’amore; egli canta l’amore. S. Margherita Maria, dietro domanda di nostro Signore, mette allo stesso posto l’amore e la riparazione; ma è sopratutto una riparazione d’amore che essa domanda, più che una riparazione di giustizia o d’espiazione. Questa riparazione d’amore si risolve nell’ammenda onorevole che s’indirizza precisamente all’amore misconosciuto ed oltraggiato.
L’amore, la consacrazione o l’offerta amorosa di sè al Sacro Cuore, la vita tutta per lui e di lui, tengono il primo posto negli scritti di S. Margherita Maria. La riparazione e l’ammenda onorevole vengono in seguito come una testimonianza speciale d’amore verso l’amore misconosciuto ed oltraggiato del Salvatore.


Risoluzioni. — Amore e riparazione, consacrazione assidua di tutto me stesso; ecco ciò che il Sacro Cuore attende da me. Ma questa consacrazione deve abbracciare tutti gli atti: io la devo rinnovare al principio di ciascuna azione, e a questo scopo bisogna vivere in un pio e costante raccoglimento, sotto gli sguardi di nostro Signore nello spirito d’amore e di riparazione.
Colloquio con S. Margherita Maria
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 da L'anno con il S. Cuore 

Il S. Cuore di Gesù (p. Leone Giovanni Dehon) 
 

 

 

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