Dalla comunità

di

Casa S. Maria

Il Verbo

si è fatto carne

e ha posto

la sua tenda

in mezzo

a noi

 

 

 

 

 

 

 

 

Perché sono nato,
dice Dio

Sono nato nudo,

dice Dio perché tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero

perché tu sappia considerarmi l’unica ricchezza.
Sono nato in una stalla perché
tu impari a santificare ogni ambiente.
Sono nato debole,

dice Dio perché tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore perché tu
non dubiti mai del mio amore.
Sono nato di notte perché tu creda

che posso illuminare qualsiasi realtà.
Sono nato persona, dice Dio
perché tu non abbia mai
a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato uomo
perché tu possa essere “dio”.
Sono nato perseguitato

perché tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato nella semplicità

perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dice Dio
per portare tutti alla Casa del Padre.

Adeste, fideles

 

Adeste, fideles, laeti, triumphantes,

venite, venite in Bethleem.

Natum videte Regem angelorum.

Venite, adoremus, venite, adoremus,

venite, adoremus Dominum.

 

En, grege reclito, humiles ad cunas

vocati pastores approperant.

Et nos ovanti gradu festinemus.

 

Aeterni Parentis splendorem aeternum

velatum sub carne videbimus

Deum infantem pannis involutum.

 

Pro nobis egenum et foeno cubantem

piis foveamus amplexibus.

Sic nos amantem quis non redamaret?

 

In notte placida

 

In notte placida, per muto sentier,

dai campi del Ciel discese l’Amor,

all’alme fedeli il Redentor.

 

Nell’aura è il palpito d’un grande mister:

del nuovo Israele è nato il Signor,

il Fiore più bello dei nostri fior.

 

Cantate, popoli gloria all’Altissimo:

l’animo aprire a speranze ed amor!

 

Se l’aura è gelida, se fosco è il ciel,

oh, vieni al mio cuor,  vien a posar,

ti vo’ col mio amore riscaldar.

 

Se il fieno è rigido, se il vento è crudel

un cuore che t’ama voglio a te dar,

un sen che Te brama, Gesù, cullar.

 

 Tu scendi dalle stelle

 

Tu scendi dalle stelle, o Re del Cielo,

e vieni in una grotta al freddo, al gelo.

 

O Bambino - mio divino

io ti vedo qui tremar: o Dio Beato!

Ah! quanto ti costò l’avermi amato!

 

A Te che sei del mondo il Creatore

mancano panni e fuoco, o mio Signore:

 

 

Caro eletto - Pargoletto

quanto questa povertà più m’innamora,

giacché ti fece amor povero ancora!

 

Tu lasci del tuo Padre il divin seno,

per venire a penar su poco fieno.

 

Dolce amore del mio cuore,

dove amor ti trasporto? – O Gesù mio,

perché tanto patir, per amor mio?

 

Ma se fu tuo volere il tuo patire

perché vuoi pianger poi, perché vagire?

 

Sposo mio, amato Dio,

mio Gesù, t’intendo, sì; ah, mio Signore!

Tu piangi non per duol, ma per amore.

 

Tu piangi per vederti da me ingrato,

dopo si grande amor, si poco amato.

 

O diletto del mio petto

Se già un tempo fu così – Or te sol bramo

Caro non pianger più, ch’io t’amo, io t’amo.

 

Tu dormi, o Gesù mio, ma intanto il cuore

non dorme, no, ma vegli a tutte l’ore:

 

Deh! Mio bello e puro agnello!

A che pendi dimmi tu? – O amor immenso

 

 

 

 

 

 

 

Antifona:


Venite adoriamo il Re Signore, che sta per venire.

(Il giorno 24 invece si canta:
Il Signore è ormai vicino, venite adoriamo)

Gioisci, figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme: ecco il Signore verrà.
Ed in quel giorno vi sarà grande Luce,
i monti stilleranno dolcezza, e dai colli scorrerà latte e miele, perché verrà un gran profeta,
ed Egli rinnoverà Gerusalemme. Rit.

Ecco dalla casa di David verrà il Dio-Uomo a sedersi sul trono; vedrete e godrà il vostro cuore. Rit.

Ecco verrà il Signore, il nostro Protettore, il Santo d'Israele, portando sul capo la corona regale,
e dominerà da un mare all'altro,
e dal fiume ai confini estremi della terra. Rit.
 

Ecco apparirà il Signore e non mancherà di parola:
se indugerà attendilo, perché verrà
e non potrà tardare. Rit.

l Signore discenderà come pioggia sul vello:
in quei giorni spunterà la giustizia
e l'abbondanza della pace:
tutti i re della terra lo adoreranno
e i popoli lo serviranno. Rit.

Nascerà per noi un Bimbo e sarà chiamato Dio forte:
Egli sederà sul trono di Davide suo padre
e sarà un dominatore
ed avrà sulle sue spalle la potestà regale. Rit.

Betlemme, città del sommo Dio, da te nascerà il dominatore di Israele; la sua nascita risale al principio dei giorni dell'eternità e sarà glorificato in mezzo a tutta la terra, e quando Egli sarà venuto,
vi sarà pace sulla nostra terra. Rit.


Il 24 si aggiunge:
Domani sarà cancellata la colpa della terra
e regnerà su noi il Salvatore del mondo. Rit.

LA NOTTE SANTA

di Guido Gozzano


- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.


- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca
lentamente le sette.


- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.


- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.


La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.


È nato!
Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.

È nato!
Alleluja! Alleluja!

 

 

 

INNO

Le voci dei profeti
annunziano il Signore,
che reca a tutti gli uomini
il dono della pace.

Ecco una luce nuova
s'accende nel mattino,
una voce risuona:
viene il re della gloria.

Nel suo primo avvento,
Cristo venne a salvarci,
a guarir le ferite
del corpo e dello spirito.

 

Alla fine dei tempi,
tornerà come giudice;
darà il regno promesso
ai suoi servi fedeli.

Or sul nostro cammino
la sua luce risplende:
Gesù, sole di grazia,
ci chiama a vita nuova.

 

Te, Cristo, noi cerchiamo;
te vogliamo conoscere,
per lodarti in eterno
nella patria beata.

A te lode, Signore,
nato da Maria Vergine,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen

 

 

 

Auguri di Buon Natale

e

Buon Anno

con la misericordia del Bimbo Gesù

 

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