Cappelle nei villaggi
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La religiosità è
radicata nel cuore dell’uomo. Una delle prime espressioni dell’uomo
sono i segni dei riti religiosi e dei
luoghi di culto. Il popolo malgascio è profondamente religioso. Il
cristianesimo ha trovato un buon terreno per il suo sviluppo. Il
missionario opera per il progresso sociale, per la salute e per
l’istruzione, ma non formerebbe pienamente la persona, se
trascurasse l’aspetto religioso. Nelle
città sono stati innalzati i
vari edifici religiosi, ma non si possono trascu rare gli abitanti
dei villaggi. Non è raro vedere, alle feste, famiglie che percorrono
trenta e più chilome
tri, per partecipare alla celebrazione
eucaristica. Perché privare le comunità più piccole del luogo in cui
pregare insieme e socializzare, condividendo gioie, il racconto
della vita quotidiana e i problemi? Ascoltando le richieste
insistenti dei vari villaggi, i Missionari hanno preso l’impegno di
costruire del le chiese. Nei miei viaggi ho potuto osservarne alcune
in costruzione e altre già ultimate.
La chiesetta è
immagine del villaggio oppure il sogno di come si desidera
trasformare la situazione della località in cui è stata costruita.
Le cappelle più povere sono delle semplici capanne, più fragili
delle capanne abitate dalla popolazione locale. Mentre la gente
abita incase fatte con mura impastate di canne e fango e tetto di
paglia, la chiesa è tutta costruita in paglia, sor retta da un
telaio di rami. Per il turista questo è il luogo di culto più sugge
stivo, perché manifesta l’incarnazione della Chiesa nella vita e
nella cultura dei poveri. Grande costruttore di chiese è padre
Giuseppe Potenza. In quanti villaggi ho visto queste costruzioni in
mattoni, chiuse da capriate e coperte di lamiera. Per un villaggio
basta la dimensione di metri venti per dieci. I costi sono
contenuti, ma in continuo aumento. Le costruzioni piccole sono
ancora in mattoni legati con fango. Bisognerebbe usare il cemento,
ma ha costi proibitivi per l’economia locale e allora lo si riserva
alle costruzioni più grandi come l’opera di maggiore spicco di padre
Potenza, la “cattedrale” di Tanambe.
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