QUANDO UOMO E NATURA DIALOGAVANO:

riflettiamo sul Creato che il Signore ci ha donato

 

Grave pericolo: la saggezza dell’uomo di un tempo sta scomparendo

C’era un tempo dove, attraverso le stagioni, la natura annunciava all’uomo i ritmi del suo lavoro. Il momento della semina in autunno, la “pausa” in inverno per far rigenerare il terreno, a primavera la piantagione degli ortaggi, d’estate la raccolta, ogni impiego era svolto pazientemente e laboriosamente. Tutto questo un po’ di anni fa, nel mondo rurale delle nostre zone. Si viveva nel rispetto della natura e l’uomo se ne sentiva parte, con gioia la lavorava e ne ricavava il suo sostentamento, le risorse naturali per vivere e i frutti della terra, aveva anche la possibilità di godere di quello stupendo paesaggio, sempre in piena sintonia con l’ambiente che lo circondava. Ma poi i tempi cambiano, giunge la frenetica società di oggi, e distrugge tutto. Per guadagnare di più le attività rurali si accantonano o si abbandonano del tutto, si trasforma e seppellisce la terra in maniera selvaggia sotto tonnellate di cemento, rubandole boschi, terreni coltivabili, torrenti e quant’altro. Quello stesso terreno che aveva provveduto all’uomo fino a una decina di anni fa ora non sembra più avere un senso. Come se non bastasse, la saggezza dell’uomo di un tempo viene sepolta insieme alla natura, sostituita dalla grande ingegneria e dai materiali di ultima generazione, che  però disperdono molto più calore ed energia rispetto alle case di un tempo, costruite sapientemente dall’uomo di una volta, che, seppur fosse analfabeta, conosceva molto più di quello odierno la natura e l’ambiente, considerava l’esposizione di una casa, la posizione, il materiale, le correnti. "Ma no, tutte superstizioni, credenze, leggende, costruiamo costruiamo! Il suolo non serve ad altro, costruiamo, non ci importa come e dove". E la nostra insensata “modernità” prende il sopravvento, ovunque e sempre più. Colate di cemento dappertutto, il suolo soccombe sotto uno spesso strato di asfalto lezzoso e appiccicoso. Ma la natura sa il fatto suo, e si vendica, rivuole indietro il suo posto. E oggi ne scontiamo i danni: alluvioni, frane, siccità, inquinamento. Anche i pochi appezzamenti di terreno ancora coltivato stanno piombando nella crisi più nera, i campi si abbandonano e vengono divorati dalle città o da moderni “boschi” di pannelli solari, o diventano uniformi, a monocultura, mettendo in serio pericolo la biodiversità. E pensare che lo chiamavano Bel Paese ...

       

       ...Quando si aveva rispetto della natura e dei suoi cicli e con esso si alternavano i lavori stagionali permettendo all'uomo di fare provviste e vivere, ogni momento era utile per ringraziare il Signore, tutto era una benedizione. Oggi l'unica importanza è il denaro, non si rispettano più le stagioni, un ortaggio o un frutto si può trovare nel banco frutta sia in inverno che in estate, la natura subisce delle vere violenze. Non solo, tutto questo porta l'uomo a lavorare senza soste, domenica inclusa. Nei tempi in cui l'uomo dialogava con la natura, la domenica era il giorno dedicato al Creatore e ne era devoto, perché apprezzava la ricchezza della natura come dono di amore. L'uomo amava la terra come "sorella", armoniosamente erano legati da un sentimento profondo. La terra donava le sue risorse e l'uomo la proteggeva. Egli si sentiva parte della natura come lo erano i fiori, le piante, le pietre, sotto un tetto comune: il firmamento. Ma l'uomo, credendo di non avere più bisogno di questa cara "sorella", l'ha oltraggiata e sciupata e oggi eccoci qua, ne stiamo pagando le conseguenze, dalla crisi economica ai problemi di salute. Ovunque lo sguardo si pone, esso è imprigionato da muri di cemento e se guardiamo sotto i nostri piedi vediamo solo asfalto, per questo l'uomo è sempre più irritato, soprattutto quando nei parchi riesce a trovare un metro quadro di verde libero e non vuol condividerlo con nessuno, ecco qualche rissa o volano parole poco cortesi. 

Per San Francesco è stato semplice innalzare uno straodinario inno di preghiera con il Cantico delle Creature, per lodare Colui che ci ha donato la terra, l'acqua, il sole, la luna. Per i nati di oggi è difficile vedere questi suoi doni per apprezzarli come suo infinito dono.

                                                                                                                                                      Giorgio

[QUANDO UOMO E NATURA DIALOGAVANO: riflettiamo sul Creato che il Signore ci ha donato  -

  Inserita il 25/06/2013]

 

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